Scrivere come Charles Dickens #2
APR 3 2021 / Alessio Beltrami
Anche se Charles Dickens viene studiato nelle scuole, è difficile da trattare. Deve essere maneggiato con cura, come un lampadario di cristallo durante un trasloco. È un pezzo di storia, delicato e ingombrante. L'attenzione deve essere maniacale.
Dickens è un grande trasloco: 15 romanzi, 20 racconti pubblicati a puntate, saggi, diari di viaggio e alcune opere teatrali. Ha scritto molto anche per i giornali continuando a esprimere le sue opinioni.
Nel suo modo di affrontare la scrittura, alcuni comportamenti sono fotografie precise della sua natura. Cerca sempre di forzare i limiti, sovrastimolando la mente, ad esempio, inizia a scrivere un nuovo romanzo anche se non ha ancora finito il precedente.
Questo approccio può insegnarci molto, spesso rimandiamo l’inizio di un progetto trovando scuse. Pensiamo “prima finisco questo podcast e poi inizierò i video su YouTube…” e così via. Siamo a posto con la coscienza raccontandoci che vogliamo fare le cose per bene. Ma così ci limitiamo. Per coltivare la perla, dovremmo lasciarci andare a un processo naturale: creare contenuti, migliorare e fare tesoro di quanto appreso per superare i nostri standard. Insomma, creare e pubblicare contenuti aiuta a trovare la nostra chiave espressiva. Una cosa difficile da comprendere se continuiamo a essere dominati da dubbi e insicurezze e questo Dickens lo aveva capito bene visti i suoi ritmi di lavoro.
Mentre altri scrittori preferivano ignorare alcuni problemi sociali dell’epoca, lui ha scelto di ambientare in quella cornice le sue opere. Ha iniziato nel 1937 con “Il Circolo Pickwick" nello stesso anno in cui veniva incoronata la regina Vittoria. In questo modo le sue competenze di giornalista si fondono con quelle di scrittore, ciò che scriveva infatti parlava di problemi reali come si farebbe in un reportage, ma al tempo stesso costruiva un intreccio narrativo, quello del romanzo.
La sua vicinanza a tematiche sociali calde è stata preziosa, questo infatti gli ha dato la possibilità di conoscere i problemi che più stavano a cuore alle persone e creare di conseguenza prodotti (libri) che parlassero la lingua del suo pubblico.
Tutto parte dalla sua storia personale. Costretto fin da piccolo a lavorare in fabbrica dopo che suo padre fu arrestato per debiti. Forse anche per questo i suoi scritti sembrano realizzati su misura per i lettori meno abbienti: tematiche familiari e la pubblicazione a puntate. Per quel pubblico che non aveva né le possibilità né il tempo di leggere libri, la pubblicazione a puntate era la soluzione migliore.
Dickens ha creato un bisogno dove prima non c'era.
Le opere di Dickens all'epoca non avevano concorrenza. La borghesia, i principali lettori di quel periodo, era convinta che la vita dei poveri non meritasse attenzione. Anche le aziende spesso commettono errori simili ignorando i problemi che stanno a cuore ai clienti.
In realtà, gli argomenti d’oro per un contenuto, sono proprio i dubbi e le preoccupazioni di un cliente senza esperienza. I clienti che partono da zero sono le classi meno abbienti di Dickens.
Le live su IG di Dickens
Molto prima di internet, Dickens utilizza la strategia delle "Live su Instagram" e lo fa portando in teatro le sue opere e leggendole con una scenografia degna di un vero spettacolo teatrale. Allo stesso tempo era un conservatore: nei suoi romanzi parla della realtà e non perde l'occasione di esplorarla. Oggi, invece, con tecnologie che tutto possono, molte aziende si limitano copiare e incollare testi riassunti da autori sconosciuti e a scegliere immagini stock come strumenti di comunicazione online.
In questo modo però essere percepiti come reali. In pratica, se non sei curioso di esplorare la scrittura, le tue stesse idee e nuovi mondi per rappresentare con i contenuti il tuo lavoro, non potrai generare curiosità nei clienti.
Come possiamo generare interesse per qualcosa di apparentemente banale?
Fantasia e colpi di scena sono necessari anche per la posologia con cui escono i romanzi. In ogni fascicolo deve esserci un’apertura e una chiusura. L'essere umano si distrae facilmente, quindi c'è bisogno di appagare sempre la curiosità del momento.
È lo stesso principio delle serie TV, capace di farci guardare un’altra puntata anche quando avevamo detto “questa è l’ultima”.
Attenzione però…
La curiosità non si genera con il mistero assoluto. “Rimanete sintonizzati, ci saranno novità” è una frase che può dire solo Spielberg. Può essere pronunciata da chi ha fatto molto ed è riconosciuto per le sue opere. Noi no, noi dobbiamo mostrare, dare un’assaggio.
Personalmente sono un lettore egoista. Se l'articolo non mi soddisfa vado oltre. E con i contenuti devi prepararti a relazionarti con lettori egoisti. Devi creare dipendenza da ossitocina nei tuoi clienti. Ogni articolo, ogni video, ogni podcast… dovrebbero sempre dare al cliente un buon motivo per proseguire.
Un altro elemento prezioso è quello dei contrasti. Dickens parla sempre di drammi, ma allo stesso tempo utilizza l’ironia. Nel suo stile, non ci sono figure vaganti. Al contrario, ci sono profili autentici, veri protagonisti della commedia umana.
La critica più diffusa che viene fatta a Dickens è di essere troppo dettagliato e ripetitivo. Ma tutte le narrazioni epiche hanno dei pilastri che si ripetono in verità. Danno un senso di continuità e definiscono l’elemento di importanza. Così anche noi, sulle cose importanti dobbiamo battere duro, sempre. Dickens non ha la certezza che il lettore abbia comprato tutti i fascicoli dall'inizio alla fine, quindi fornire informazioni che si ripetono è utile per i nuovi lettori e piacevole per quelli vecchi. Possiamo farlo anche noi.
La sua chiamata all’azione.
Il finale assume la forma di un riscatto sociale. Dickens coltiva il seme della speranza alla fine di ogni libro. Dona la convinzione ai meno abbienti di potercela fare, un altro aspetto che lo rende così amato. Non offre un finale prevedibile. Niente principessa con il principe azzurro. Ci sono cicatrici che devono essere medicate, lasciano il sapore della terra in bocca dopo una battaglia vinta, come nella vita vera.
Anche per questo il modello di comunicazione di molte aziende basato sulla perfezione non è credibile. Dovremmo lavorare su un finale onesto, imperfezioni comprese. Le brutte recensioni nascoste iniziano a puzzare, i clienti preferiscono una spiegazione onesta.
Come le parole di un romanzo di Dickens.
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